Ha sintomi molto uguali a quelli dell'infarto ma, non è infarto. In termini semplici si potrebbe bollare come "crepacuore". Per i ricercatori è la sindrome di Tako-Tsubo, o cardiomiopatia da stress. Una malattia rara confusa, per molti anni, con l'infarto. Ad individuare il meccanismo che è alla base di questa patologia è stato un team di cardiologi dell'università Cattolica-Policlinico Gemelli di Roma coordinato da Filippo Crea e condotto da Leda Galiuto. Un successo tutto italiano: lo studio è stato pubblicato dall'European Heart Journal, la rivista della Società europea di cardiologia. Un articolo che è già fra i cinquanta più letti del settore. Perché un nome giapponese per la malattia? Perché, spiegano i ricercatori, «il cuore assume la caratteristica forma a palloncino o, come hanno osservato proprio i giapponesi, a forma di cesta per raccogliere i polipi. Il Tako-Tsubo, appunto».
I pazienti arrivano in pronto soccorso con i caratteristici sintomi: dolore acuto al petto, un elettrocardiogramma con le alterazioni tipiche e il rilascio di quegli enzimi associati con la più comune malattia di cuore. «Molti l'hanno definita sindrome da cuore spezzato - spiega Filippo Crea che guida l'istituto di Cardiologia alla Cattolica -. Nell'80% dei pazienti i sintomi rientrano dopo un paio di settimane senza lasciare traccia. Mentre negli altri casi il "segno" persiste. Il danno causato dalla sindrome è nel cuore ma non nelle coronarie. Abbiamo cercato di spiegare il meccanismo che porta all'insorgenza di questi sintomi».
«Per effettuare lo studio abbiamo studiato un gruppo di donne con età media 68 anni - aggiunge Leda Galiuto prima autrice del lavoro -. Per la prima volta è stato disegnato il processo fisiopatologico della malattia. Parliamo di una disfunzione temporanea del microcircolo coronarico, ovvero dei piccoli vari che "irrigano" il cuore. Nulla a che vedere con la causa dell'infarto che è, invece, un'occlusione delle coronarie. Siamo arrivati a queste conclusioni attraverso l'ecocontrastografia miocardica che consente di studiare il microcircolo». Nelle storie personali di molte pazienti che soffrono di questa sindrome ci sono lutti recenti, profondi stress, periodi di grandi sofferenze emotive.
Fonte: Il Messaggero pag. 12